Laveglia Editore Giovanni Vitolo, Carmine Carlone
Studi di storia meridionale in memoria di Pietro Laveglia



Codice: lav023


260 Pagine - 1 edizione - anno 1994
      A otto anni dalla scomparsa di Pietro Laveglia, il suo ricordo è ancora vivo nell' ambiente culturale salernitano, in cui per un quindicennio (1970-85) svolse un ruolo di protagonista attraverso la sua attività editoriale. In essa egli diede il meglio di sé, mostrando una ricchezza di idee e di iniziative nonché un'energia straordinarie per un uomo della sua età (era nato nel 1906), che per giunta era tornato dalla guerra e da una lunga prigionia in India fortemente minato nel fisico. Funzionario amministrativo presso la Soprintendenza archeologica di Salerno e militante del Partito comunista, aveva vissuto intensamente le illusioni e le speranze degli anni del dopoguerra, partecipando con grande passione alle iniziative che allora fiorirono a Salerno o che egli stesso promosse per l'affermazione di una cultura laica e democratica. Si era dato anche alla ricerca storica, con l'intento di documentare il poco o molto che nel Salernitano e soprattutto nel Vallo di Diano, sua terra natia, si era fatto per la democrazia e la giustizia sociale, a partire dagli anni del Risorgimento e fin dopo la caduta del fascismo. La sua attenzione si era concentrata su personaggi quali Carlo Pisacane e Giovanni Amendola, nel mentre si veniva legando sempre più strettamente ad un intellettuale come Leopoldo Cassese, anch'egli impegnato sia sul piano politico sia su quello della ricerca storica sul Salernitano in età moderna e contemporanea. L'attività di studioso, la partecipazione a vari convegni storici, a volte da lui stesso organizzati, l'inserimento nella vita dell'Università di Salerno come membro del Consiglio di amministrazione gli davano intanto l'occasione di conoscere storici affermati e giovani studiosi che allora muovevano i primi passi nell'ambito della ricerca scientifica. Gli uni e gli altri, una volta che ebbe avviato la sua attività editoriale, furono continuamente sollecitati a partecipare alla realizzazione delle sue iniziative, ottenendone, quando non proprio un pieno coinvolgimento, almeno consigli e incoraggiamenti. Nello stesso tempo intratteneva rapporti con un gran numero di studiosi locali, che egli tentava di valorizzare, mettendoli in contatto con gli storici "di mestiere "perché ne avessero indicazioni e ammaestramenti. Gli fu possibile così concepire un'opera quale la Guida di Salerno e della sua provincia, che si avvalse della collaborazione di circa centocinquanta studiosi, grazie ai quali fu operato un censimento degli archivi, delle biblioteche, dei musei e degli istituti culturali dell'intera provincia di Salerno: un'opera - scrisse Sabino Cassese su Il Messaggero - che avrebbe dovuto far arrossire il Ministero dei beni culturali. Non pochi di quegli studiosi avevano intanto pubblicato i loro primi lavori nella «Piccola Biblioteca Laveglia » o erano contemporaneamente impegnati nella realizzazione della grande Storia del Vallo di Diano, progettata in sei volumi, ma di cui riuscì a pubblicare solo i primi tre (l'ultimo, in due tomi, apparve pochi giorni prima della sua scomparsa). Gli autori dei saggi raccolti in questo volume, dedicato alla sua memoria, furono in varia misura coinvolti nelle sue iniziative o le incoraggiarono, conquistati dallo slancio con cui affrontava difficoltà di ogni genere e dalla fiducia che egli riponeva nella cultura quale strumento di progresso per il Mezzogiorno. Coloro che scrivono ebbero inoltre la fortuna di entrare con lui, nonostante la differenza di età, in un rapporto di amicizia di cui il passare degli anni non ha minimamente attenuato il ricordo, ma lo ha reso anzi più vivo.

Prezzo: 18,08 €


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