Ormai del tutto scomparsa, la Fiera di San
Vito ha rappresentato, per almeno un paio di secoli, un evento
economico di primaria importanza non solo per Felitto ma anche per
il territorio circostante. Le sue origini, stando alle indicazioni
del Di Stefano, risalirebbero ai primi decenni
del Settecento: "... Negli giorni
13, 14 e 15 di giugno vi si celebra una Fiera di animali, e di merci
fin dal 1722 in vigore di un privilegio spedito dal Viceré
Cardinale d'Altan a 15 luglio di detto anno...".
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Le grandi querce alle spalle della cappella
del santo hanno ospitato alla loro frescura bestie e mercanti, hanno
assistito al succedersi di generazioni, al replicarsi di codici di
comportamento, di gesti, di suoni, di un tempo
circolare.
Ancora in pieno Ottocento la fiera di San Vito non solo è
viva, ma è una delle più "ricche" di tutto
il Cilento: nel 1850, in ordine di importanza, la fiera di San Vito
segue solo quella di Roccagloriosa, notevolmente distante da
Felitto, e la più prossima fiera di San Donato di Controne,
tra lo stupore del prof. Volpe che ne rileva il volume d'affari
elevato nonostante sia Felitto "in posizione più
eccentrica e distante nei riguardi dei vari paesi interni, come
Bellosguardo, Roscigno e Corleto, e pur essendo la sua popolazione
notevolmente più modesta di quella di
Roccadaspide". In realtà il
prof. Volpe non è a conoscenza della localizzazione della
Cappella di San Vito, che rendeva la fiera più prossima ai
paesi ritenuti distanti che a Felitto stesso. Le ragioni del
successo della fiera vanno ricercate nella specifica ubicazione,
nella valle del "fiume" Pietra, che essa, e non già
in quella del Calore, fungeva da polo di convergenza degli spostamenti
e degli scambi. Ad essa giungevano, per antiche vie, ed abbastanza
agevolmente, le popolazioni di Aquara, Bellosguardo, Roscigno, Fogna
e potenzialmente anche quelle di Laurino, Piaggine, Sacco, Corleto,
Castel San Lorenzo. A riprova di ciò, le altre due fiere
felittesi, quella di San Ciriaco, ad agosto, e della Madonna di
Costantinopoli, a settembre, tenute nella valle del Calore, hanno
goduto, proprio per un raggio di influenza minore, di risultati
molto più modesti. L'evoluzione del sistema viario taglia
fuori la fiera di San Vito e salva quella della Madonna di
Costantinopoli, che tuttora si tiene, pur se in tono notevolmente
ridotto. |