Oasi WWF delle gole del Calore: la bella sconosciuta 
di Giuseppe e Donatello Pagnotto
CILENTO, IERI OGGI, DOMANI anno II, n. 9, ottobre 1996

Nell'ottobre del 1996, con un numero ricco di articoli su Felitto, la rivista Cilento, ieri, oggi, domani dedicò alle gole del Calore la copertina e l'articolo che segue.

Pochi sanno che dal ponte di Felitto alle gole di Magliano ed anche oltre fino alle sorgenti il corso del Calore Salernitano è tutto un susseguirsi di gole strette e profonde, di scenari di selvaggia incomparabile bellezza, di aspetti naturalistici che costituiscono un vero e proprio laboratorio naturale per geologi, biologi, botanici, naturalisti, un paradiso per canoisti e appassionati di trekking. Sono proprio queste caratteristiche peculiari che ne hanno fatto, nell'ambito del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo del Diano, un'oasi di protezione assoluta gestita dal WWF. Mi limito qui a descrivere molto brevemente gli aspetti più evidenti, quelli capaci di interessare, oltre rare e che ricercatori e studiosi, anche il canoista o il semplice appassionato di trekking.

Aspetti geomorfologici: le marmitte dei giganti

A partire dal ponte di Felitto, su entrambe le sponde del fiume, sono numerose le cosiddette marmitte dei giganti. Il nome è senza dubbio appropriato se si pensa che alcune di esse hanno la circonferenza di alcuni metri e una capacità di parecchi litri. In questo tratto di Calore sprofonda in una forra molto stretta, scavata in una roccia calcarea dura e compatta ed il letto è ingombro di ciottoli e massi di grandi dimensioni, anche di qualche decina di metri cubi: tali condizioni, unite al profilo accentuato del letto fluviale, generano movimenti vorticosi, coinvolgendo anche sabbia, ghiaia, ciottoli che con la loro azione abrasiva scavano la roccia e con un lavorio che si protrae per moltissimo tempo, formano delle grandi. scodelle, le marmitte dei giganti veri e propri vortici pietrificati.

Aspetti floricoli

L'orientamento delle gole SE-NW, la loro strettezza e profondità, la verticalità o quasi delle pareti, hanno creato particolarissimi ambienti caratterizzati da "una specializzazione climatica legata alla ridotta durata dell'insolazione, al mantenimento di temperature minime, ad una sempre elevata umidità.". Da qui la presenza di specie vegetali, cactus, carrubo ma soprattutto una notevolissima varietà di felci (Poly podium intedectum, Ceterach officinarum, Aspleniun omopteris ecc.) ed Equiseti (E. fluviatile, E. arvense, E. telmateja, ecc.) che costituiscono delle associazioni pressoché uniche. Un censimento, promosso dal Ministero dell'ambiente e dalla Comunità Europea e condotto da ricercatori del WWF dall'agosto del 1988 al luglio 1989 ha identificato, nelle Gole del Calore, 372 specie diverse di felci di cui 73 e 3 rarissime.

Diffusi sono anche la valeriana (Centranthus ruber), il frassino, l'orniello, il viburno, l'alloro, il mirto, il lentisco, il corbezzolo, la ginestra, l'alaterno, l'erica, l'acero, il maggiociondolo, l'edera, il salice, l'ontano, i carpini.

Aspetti faunistici

L'altezza e la ripidità delle pareti rocciose, costituiscono un ambiente ottimale per diversi rapaci quali il falco pellegrino (Falco peregrinus), la poiana

(Buteo buteo), l'astore (Accipiter gentilis), il gheppio (Falco tinnuncu1us). Non sono rari il picchio verde (Picus viridi), la ghiandaia (Garrulus glandurius), il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), il martin pescatore (Alcedo atthis), il passero solitario (Monticola solitaria).

L'abitante però più esclusivo delle Gole del Calore è la lontra (Lutra lutra) che trova in esse l'habitat naturale più congeniale.

Molti sostengono che la lontra lungo il corso del Calore non c'è perché essi, quelli che lo sostengono "non l'hanno mai vista", come se le lontre se ne stessero belle tranquille, pronte a tuffarsi in acqua e a fare capriole in onore del primo venuto. La verità è che, come e più di tutti gli animali selvatici, la lontra è molto guardinga e sospettosa, astutissima, dotata di sensi sviluppatissimi, "sente" l'eventuale pericolo ed è per questo difficile da cacciare e da vedere anche perché cela benissimo la tana e spesso ne ha più di una, con due entrate una nell'acqua e l'altra nel fitto dei cespugli. Per "sorprenderla" sono perciò necessari lunghi e pazienti appostamenti soprattutto notturni.

Aspetti Architettonici

Immediatamente a valle del ponte più grande della S.S. 488, proprio alla fine della Gola di Felitto, ormai fotografato migliaia di volte, questo ponticello, sicuramente di costruzione medioevale, snello, essenziale, pur essendo stato tracimato diverse volte dalle piene del Calore, conserva intatta la sua solidità, ovviamente riferita all'epoca in cui fu costruito ed ai carichi che si prevedeva dovesse sopportare. Seguendo il corso del fiume dal lato di Felitto, s'incontrano due mulini ad acqua completi ancora del condotto adduttore dell'acqua e, muovendosi con qualche cautela, è possibile scendere nel greto del fiume per osservare da vicino le "marmitte dei giganti" ed essere proiettati in un mondo fantastico di massi, tronchi d'albero, trasformati dall'acqua in sculture irreali, dove il fiume diventa più profondo e le acque più quiete, se si è fortunati, è possibile intravedere il guizzo argenteo delle trote e poi si attraversano boschetti di carpine, di lauro, qua e là qualche residuo di selciato e ciò che rimane di qualche vecchia mulattiera, e poi ancora boschi di salice e infine lo slargo di Romolino, lo splendido laghetto artificiale che s'incunea tra le altissime pareti di roccia rossa su cui si conficcano le macchie verde scuro dei lecci e delle farne, lo spumeggiare della cascata artificiale in cui si intravedono le luci dell'arcobaleno. A Romolino sono intatte la "diga", le saracinesche, la vasca di carico e da qui iniziava il canale di alimentazione che, passando a monte del fiume dalla parte della montagna percorreva la Gola del Calore per tutta la sua lunghezza e andava ad alimentare la vecchia centrale idroelettrica, circa cento metri più a valle del ponticello medioevale: il canale è ormai a secco e franato in più punti ma costituisce, percorrendolo con attenzione s'intende, un buon sentiero per attraversare la gola costeggiando il fiume dalla parte della montagna.

Risalendo il corso del fiume dallo slargo di Romolino e fino sotto Magliano s'incontrano:

- il ponte di Pretatetta: è un ponte naturale costituito da due enormi blocchi di calcare franati dalle pendici ripidissime della valle, che in questo tratto è uno strettissimo budello, accavallatisi e incastratisi

- ponte medioevale di Magliano

Sembra incredibile ma tutto questo, straordinario tesoro quando conosciuto potrebbe costituire un fattore di sviluppo economico e sociale per tutta la zona ed in particolare per Felitto. Le Gole del Calore di cui si sono ampiamente occupati riviste naturalistiche prestigiose (Airone, Oasis ecc.), giornali, televisione, Organismi scientifici internazionali, per la valle del Calore e, cosa più grave, per Felitto sono quasi del tutto sconosciute: non una segnalazione, un cartello da parte degli organismi preposti alla cautela e alla valorizzazione dei luoghi, Comune e Pro Loco e, stranissimo ma vero, nemmeno da parte del WWF!

Invece un simile tesoro , nel maggiore ambito del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo del Diano, potrebbe costituire per la zona la base di un modello di sviluppo economico e sociale più umano, l'unico forse ormai disponibile visti i danni arrecati all'ecosistema e quindi all'umanità dai modelli di sviluppo e di società trascorsi ed attuali, basati quasi essenzialmente sul profitto ed il consumismo.

Soprattutto in riferimento alle pecularietà della zona, economicamente e socialmente depressa, venute meno le uniche, poche, occasioni di lavoro rappresentate nel passato dai "posti" negli Enti pubblici e data l'impossibilità obiettiva di una industrializzazione diffusa, un ambiente naturale così ricco può essere, attirando un turismo non di massa, il motore per lo sviluppo di attività quali l'agriturismo, l'agricoltura biologica, la trasformazione e la commercializzazione di prodotti agricoli ed artigianali locali, in ultima analisi per la creazione di occasioni di lavoro.